In un paese civile
Nella scorsa adunanza alcuni si sono impegnati ad individuare le cause di ciò che abbiamo visto accadere in Consiglio d'Istituto.
Niente di più attinente ad un Istituto scolastico: “Amo la scuola perché è sinonimo di apertura alla realtà. Almeno così dovrebbe essere! Ma non sempre riesce ad esserlo, e allora vuol dire che bisogna cambiare un po’ l’impostazione. Andare a scuola significa aprire la mente e il cuore alla realtà, nella ricchezza dei suoi aspetti, delle sue dimensioni. E noi non abbiamo diritto ad aver paura della realtà! La scuola ci insegna a capire la realtà.”…” Gli insegnanti sono i primi che devono rimanere aperti alla realtà …Perché se un insegnante non è aperto a imparare, non è un buon insegnante, e non è nemmeno interessante“[1].
Mi sembra condivisibile che, specie per un genitore, “Non c'è nulla di più gratificante e importante del dedicarsi al rendere migliore la nostra scuola, più libere e capaci di esprimersi, rafforzarsi, realizzarsi le vostre energie, le vostre intelligenze, la vostra creatività” [2].
Per farlo insieme è indispensabile rendersi conto che “Conoscere le regole significa possedere la cassetta degli attrezzi per costruire, senza le regole si brancola nell’improvvisazione estemporanea, non nell’immaginazione creativa”[3].
Con questi strumenti possiamo impegnarci “E insieme dobbiamo rinnovarci, metterci al passo con i tempi e con le sfide della competizione mondiale. Specialmente in Italia dobbiamo rinnovare decisamente le nostre istituzioni, le nostre strutture sociali, i nostri comportamenti collettivi : in questo paese che amiamo, non possiamo più restare prigionieri di conservatorismi, corporativismi e ingiustizie.” [2].
Non a caso, quindi, “al fine di migliorare costantemente la qualità del servizio, il dirigente deve in particolare: a) assicurare il rispetto della legge, nonché l’osservanza delle direttive generali e di quelle impartite dall’amministrazione e perseguire direttamente l’interesse pubblico nell’espletamento dei propri compiti e nei comportamenti che sono posti in essere dando conto dei risultati conseguiti e degli obiettivi raggiunti;” … “c) nello svolgimento della propria attività, stabilire un rapporto di fiducia e di collaborazione nei rapporti interpersonali con gli utenti, nonché all’interno dell’istituzione e con gli addetti alla struttura, mantenendo una condotta uniformata ai principi di correttezza e astenendosi da comportamenti lesivi della dignità della persona” [4]
Del resto, “I ragazzi del nostro paese si alzano e ti fanno le domande, ti incastrano. Andate in giro per certe scuole d’Italia, dove i ragazzi toccano con mano e la fotografano tutti i giorni la legalità che gli adulti fanno. Loro sono provocatori in questo senso, perché in questi anni sono troppi quelli che hanno scelto la legalità malleabile e sostenibile: se mi conviene rispetto le regole, se non mi conviene me ne faccio un baffo. Capite? I ragazzi ce lo dicono. Quindi la parola legalità deve saldarsi alla responsabilità, che comincia dalle proprie coscienze”…” La democrazia si fonda su due grandi doni: la dignità umana e la giustizia, ma non starà mai in piedi senza una terza gamba che la sorregge e che si chiama responsabilità: quella che chiediamo alle istituzioni, alla politica, a chi ci amministra, ma che dovremmo chiedere a ciascuno di noi. Credo che se c’è una grande riforma da fare in Italia, è un’autoriforma: innanzitutto la riforma delle nostre coscienze”[5].
Potremo quindi comprendere lucidamente, cosa sia degno di un paese che voglia definirsi civile e cosa no.
[3] Pagina 23 POF ICS Nannini a.s. 2014/15
[4] Art. 14 Obblighi del dirigente - Contratto collettivo nazionale del lavoro per il personale dell’area V quadriennio normativo 2006/9. Fonte: Miur
[5] Intervento di Luigi Ciotti alla presentazione del progetto Welcome – Scuola Aperta del 10/10/14